Feb 12

Separiamoci: solo una provocazione?

Separiamoci: solo una provocazione?

Separiamoci: solo una provocazione?

E’ in libreria il nuovo libro di Marco Esposito, assessore alle Attività Produttive del Comune di Napoli.

Il titolo , provocatorio o meno lo scopriremo leggendololo, è : Separiamoci.

Separiamoci elenca tutte le ragioni che potrebbero rendere inevitabile il ritorno a un Sud indipendente; e spiega come farlo bene, se quelle ragioni continueranno a essere ignorate.

Da oltre vent’anni in Italia qualsiasi scelta viene presa in base all’interesse di una sola parte del Paese. Nel Mezzogiorno prima sono sparite le banche, poi le grandi aziende, adesso si riducono strutture sanitarie, autobus, treni e presto saranno a rischio scuole e università. Si è arrivati a raccogliere tasse al Sud per investirle al Nord. In compenso abbiamo i veleni degli scarichi industriali. Per quanto tempo saremo disposti a sopportare? Quanti figli dovremo accompagnare in ospedale o alla stazione prima di reagire? O l’Italia cambia registro e guarda a se stessa come a un solo meraviglioso giardino da coltivare con la medesima cura, oppure separiamoci, consensualmente. Certo, far nascere un nuovo Stato richiede una straordinaria forza di volontà, spregiudicatezza, capacità di osare. Ma forse è proprio questo che serve: credere in se stessi, tornare a sognare. (Pino Aprile)

Il libro è edito da Addictions-Magenes Editoriale e costa 12 euro.

dal blog “Il lazzaro”

Gen 24

Biblet 2 di Tim Telecom: un eBook reader realmente in concorrenza con il Kindle 4

Biblet 2

Dopo oltre un anno passato a leggere sullo schermo TFT del mio Trekstor (leggi qui) ho deciso di regalarmi un nuovo eBook reader con schermo eink.

Infatti, grazie all’entrata in commercio in Italia del Kindle 4 a 99 euro, tutti i prezzi del settore sono in continuo ribasso.

La prima azienda a sferrare il contrattacco è stata Telecom/TIM che ha commercializzato lONDA TB600KT sotto il nome commerciale di Biblet 2.

Già dalle caratteristiche e casa produttrice, per fortuna, neanche parente del primo Biblet che ancora si trova sui 200 euro in alcuni negozi.

Cominciamo dall’aspetto principale, il prezzo: 99 euro.

In questa fascia di prezzo sono presenti al momento solo il Biblet2 e il Kindle 4 se escludiamo i vari 5-7 pollici TFT.

Il perchè della mia scelta è principalmente basato sulla presenza del touch e della tastiera querty, ottima per le note.

Andiamo a dettagliare la prova sul campo dopo due settimane di intenso utilizzo.

Ho provato a leggere ePub e PDF e l’ho trovato estremamente efficiente.

Llo schermo ha un ottimo contrasto e una buona definizione e anche dopo ore di letture l’occhio è riposato al pari di una lettura cartacea.

Il touch risponde con un ritardo appena percepibile ma, superato la schermata iniziale, alla fine si utilizza solo per girare le pagine e impostare i segnalibri.

Dettaglio Biblet 2

I tasti funzione sono ben disposti e molto efficienti, dopo un po’ ci si ritrova in modo naturale a usare questi comandi al posto del touch sia per il cambio pagina che per i segnalibro.

L’aggiunta delle note (solo all’interno di un libro) con la tastiera qwerty funziona bene ma la scrittura a schermo del testo digitato è molto ritardata rispetto alla digitazione.

Il dizionario è limitatissimo ma esplorando da PC le cartelle dell’ebook readersi scopre che è un formato open source e quindi  si può sostituire facilmente. E’ un impresa selezionare le parole da ricercare.

Considerando il prezzo e il mercato attuale, il voto come ebook reader è 9.

Finito l’essenziale passiamo al superfluo, elemento spesso determinante.

Quando questo reader tenta di fare il tablet fallisce su tutti i fronti.

Anche se le immagini vengono visualizzate con una risoluzione ottima e velocemente, la gestione dei file delle immagini  assolutamente inadatta poiché non si riesce ad accedervi in maniera distinta per cartella.

In pratica, a prescindere dall’alberatura di directory, tutte le immagini vengono visualizzate insieme nella gallery, non consentendo quindi di gestire più fumetti/riviste scannerizzate sul dispositivo.

Ho caricato dei file zip e rar di circa 80MB, alla mia richiesta di apertura delle immagini nel file, semplciemente il dispositivo faceva finta di nulla.

Il browser web è veloce nella renderizzazione ma dopo 15 giorni ancora devo capire bene come scrollare e fare un semplice login è un’impresa. Il dispositivo si presenta come un dispositivo mobile ai siti e quindi si gestiscono con tranquillità i siti in versione mobile. Quando il browser crasha (e capita) ci si ritrova sull’nterfaccia iniziale senza alcun avviso.

 

Caratteristiche Tecniche (dal sito Onda)

Confezione del Biblet 2

  • – Display: 6” touch E Ink® Pearl 600 × 800 pixels, 16 livelli di grigio
    – CPU: Freescale ARM CortexTM-A8 800MHz
    – DRAM:MDDR 128MB
    – Memoria interna: 2GB
    – I/O: USB2.0
    – Lettore Memoria SD/SDHC/MMC Card
    – Audio: 3.5mm stereo audio jack per auricolare
    – Stereo Speaker
    – Connettività Wi-Fi 802.11b/g
    – Supporta formati:
    PDF, EPUB, TXT, HTML, DOC, RTF, MP3, WOL, CHM, RAR/ZIP,
    BMP, JPG, PNG, GIF, PDB, FB2,DjVu, LIT
    – Supportato ADOBE® DRM 9.2
    – Dimensioni: 189 ×126 ×10mm
    – Peso: 248g (batteria inclusa)
    – Batteria: Li-Polymer 1500 mAh

Contenuto della confezione

  • – eBook Reader Biblet
    – Batteria
    – Caricabatteria da rete
    – Cavo USB
    – Auricolare
    – Guida rapida e Garanzia
    – SD card 1GB
Nov 18

Il sopravvivere di Napoli

Napoli di Raffaele La Capria

Napoli di Raffaele La Capria

Leggendo il libro-raccolta “Napoli” di Raffale La Capria c’è stato un passaggio che mi ha particolarmente colpito nella sezione “L’occhio di Napoli”.

Il libro è chiaramente incentrato su Napoli e tutto quello che ruota intorno all’essere napoletani e alla napoletanità.

Ecco, in forma ridotta,  il dialogo immaginato che tanto mi ha colpito:

<<E’ perché siete come siete e siete sempre stati, che oggi siete ridotti così. E’ perché siete come siete e vi compiacete di essere,  che avete la società più criminale. E’ perché siete come siete, che dovete essere sempre assistiti. E’ perché siete come siete che non producete e dunque non avete sviluppo. E’ perché siete come siete, che sarete sempre gli stessi >>, dice il solito moralista (leghista diremmo oggi, n.d.r).

<<Ma come si fa a non essere come si è?>> risponde il napoletano.

<<Non lo so è affar vostro>

<<E come si potrebbe voler essere come non si è?>>

<<Non lo so, è affar vostro>

<<E’ perché siamo come siamo e siamo sempre stati, che stiamo ancora qui. E’ perché siamo come siamo e ci piace di essere,  che siamo preparati a tutto. E’ perché siamo come siamo e siamo sempre stati, che abbiamo pratica di catastrofi e vi passiamo attraverso. E come sopravvivemmo alla peste e al colera, alle eruzioni e ai terremoti, alla sovrappopolazione e alla miseria, alla disoccupazione alla camorra agli assassini alla droga, così sopravviveremo ad ogni disastro presente e a quelli futuri. Nel nostro essere come siamo ci sono più possibilità di essere, e di tornare ad essere, di quante voi possiate immaginare.>>

<<Si, ma perché parlate sempre di sopravvivere e mai di vivere?>>

<<Perché presto vivere sarà un lusso riservato a pochi. E’ meglio che i molti imparino a sopravvivere.>>

Tutto questo scritto ne “L’occhio di Napoli” del 1994.

Facendo anche una breve recensione del libro, la scrittura di La Capria è abbastanza aulica e necessita di notevole attenzione nella lettura, non è un libro da ombrellone insomma.

Le osservazioni che a volte si ripetono durante il passare delle pagine sono estremamente profonde e possono essere molto più utili ad un napoletano per capirsi che ad altri per capire i napoletani.

I riferimenti ad altri testi sono numerosi ed una buona istruzione classica (non necessariamente del ‘classico’ 🙂 ) potrebbe  tornare utile.

La prospettiva descrittiva è quella di un napoletano che vive il distacco dalla sua città come un “poetico litigio”, una situazione in cui è stato facile impersonificarmi.

Durante lo scorrere delle pagine,  il gioco dall’autore sul filo della comprensione realizza un affresco attendibile dell’emozione della napoletanità, viene quasi voglia di perdonarsi di essere napoletano e di far pace con tutto quello che spesso risulta inaccettabile di questa civiltà che comunque tanto amo e sento mia, anche nelle cose da rinnegare.

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