Lug 09

Il villaggio nubiano (solo per turisti)

III° giorno di visita – 9 Luglio 2010

Quando la giornata cominciata alle 2.30 sembrava votata alla fine, ci viene proposta una gita facoltativa ad un villaggio nubiano per la cifra di 20 euro a persona.

La visita estendeva il giro in feluca del programma aggiungendovi una sosta in una casa di un villaggio nubiano e una  una sosta nell’aerea desertica.

Anche stavolta in nome del “quando lo faccio più” abbiamo accettato quasi tutti, in realtà io già pregustavo le sponde del Nilo al tramonto e una maggiore libertà fotografica rispetto alle altre visite.

Partiamo così intorno alle 14.30, anche se per il gruppo psicologicamente erano le 20!

Come speravo,  già dall’imbarcazione ho cominciato a scattare a raffica foto di squarci bellissimi della natura sulle sponde del Nilo.

Allontanandoci sempre più dalla costa civilizzata verso il lato più desertico la mia ‘eccitazione fotografica’ è salita ai livelli più alti.

A metà viaggio siamo scesi dalla prima imbarcazione (quella del giro programmato) e siamo saliti tutti su quella prenotata dalla guida.

Durante la navigazione c’è stata la solita vendita di oggetti e l’offerta di bibite,  datteri e noccioline tostate “sotto la sabbia del deserto” tutto compreso nella quota.

bimbo che naviga sul Nilo

bimbo che naviga sul Nilo

Mentre navigavamo abbiamo incontrato dei ragazzi che poggiati su  altre imbarcazioni improvvisate,  nuotavano per il fiume estendendo  con pezzi di legno le mani usate come remo.

Alcuni hanno abbordato la nave e dopo un po’ hanno cominciato a cantare “quel mazzolin di fiori”, ovviamente era un modo estremamente originale per ottenere delle monete.

Appena approdati al porticciolo del viallaggio facciamo a stento in tempo a scendere che veniamo accerchiati da un numero indefinito di bambini  intenti a vendere qualsiasi cosa.

Ci avviamo circondati da un nugolo di infanti per le strade di terra battuta del villaggio.

Il villaggio si presenta molto caratteristico ma visivamente improntato sull’afflusso turistico, addirittura un piccolo negozietto presentava l’ insegna dipinta a mano di “Carrefour”.

Carrefour egiziano

Carrefour egiziano

Attraversando il villaggio ci si attacca alle calcagna una bambina di nome Sarah (almeno così si è presentata) dal viso dolcissimo e alla quale abbiamo promesso di ripassare dopo per acquistare le sue bamboline di legno.

La bimba, come tutte le altre a cui era stata fatta la stessa promessa, ripeteva un eloquente <<Solo  Sarah>> per far fissare la promessa di non acquistare da nessun altro.

Quel <<Solo Sarah>> divenne il nostro lasciappasare tra le altre bambine e la piccola Sarah, mentre se la rideva alla grande perchè ripetevamo la frase affrancando la promessa, faceva capire alle sue coetanee che eravamo ormai destinati a diventare suoi clienti.

Arriviamo finalmente alla casa, posizionata in fondo a una deviazione della stradina principale del villaggio e in prossimità del fiume.

Entriamo all’interno e troviamo un ambiente attrezzato il giusto per ospitare piccoli gruppi di turisti e con l’attrattiva di due coccodrilli vivi, di cui il più grande lasciato in gabbia e il più piccolo invece preso con attennzione dai proprietari per essere fotografato tra le mani dei turisti.

Salse nubiane

Salse nubiane

Dopo aver gustato oltre alla solita bibita, un karkadé niente male, e del buon pane bagnato in una miriade di salse colorate viene il momento del solito monologo della guida per poi passare alle  foto con il coccodrillo più piccolo.

Un po’ perchè mi dispiaceve per l’animale e un po’ perchè mi faceva senso non ho scattato la foto con la bestiola.

Prima di uscire, i propretari della casa, ci fanno visitare una piccola stanzetta adibita a magazino con numerosi manufatti di notevole fattura.

In particolare mi colpirono le maschere in legno pitturato rappresentati visi di giovani donne col solo sguardo scoperto.

A causa del prezzo eccessivo e della paura di superare il peso massimo del bagaglio non acquisitamo nulle e andiamo a girare un po’ nel cortile della casa giocando anche col bimbo di famiglia.

Usciti dalla casa veniamo riassaliti dai bambini che avevamo lasciato fuori all’ingresso e che per tutto il tempo erano rimasti in apparente attesa.

Attacco ai turisti

Assalto ai turisti

Senza alcuna contrattazione mi lascio intenerire dalla piccola Sarah e acquisto due bamboline di legno pagandole 2 euro.

La bambina, probabilmente sorpresa dalla moneta, dal mantenimento della promessa e dalla dolcezza di mia moglie si affianca a noi per un lungo tragitto tentando anche di farci alcune domande senza che però riuscissimo a comprenderle.

Generalmente sono diffidente sulla buona fede di questi poveri bambini, costretti a lavorare a modo loro nonostante l’età, ma stavolta la bimba mi sembrava davvero sorpresa dal nostro atteggiamento poco distaccato e penso che, se fosse stato possibile, mia moglie l’avrebbe adottata al volo.

Concludiamo il giro

tramonto nel deserto

tramonto nel deserto

acquistando un’ampolla di sabbia colorata  e ci dirigiamo spediti verso l’imbarcazione.

Una volta salpati, la breve sosta successiva è in una zona di deserto.

Scendiamo e cominciamo a perdere del tempo prezioso con dei venditori di braccialetti di legno.

I braccialetti erano belli e sarebbero valsi il prezzo contrattabile ma ero già stanco di queste fasi di trattazione e quindi mi appresto verso una collinetta con la mia bella bottiglia di plastica.

La mia idea era di raccogliere della sabbia da portare con me e scattare un buon numero di foto visto che il tramonto stava per compiersi.

Raccolta la sabbia tentando di evitare a fatica gli escrementi di dromedario, mi ripulisco adeguatamente dai granelli per non graffiare macchina e obbiettivi e comincio finalmente a scattare.

Come al solito la sosta dura troppo poco per le mie esigenze fotografiche ma stavolta vengo ripagato abbondantemente dal sole calante tra le palme che mi regala foto paesaggistiche stupende rubate durante il tragitto sulla feluca di ritorno alla nave.

Coccodrillo nubiano

Coccodrillo nubiano

Bamboline di legno nubiane

Bamboline di legno nubiane

Ampolla di sabbia colorata

Ampolla di sabbia colorata

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Lug 09

La diga di Aswan e la cava di granito

III° giorno di visita – 9 Luglio 2010

Dopo l’intensa visita ad Abu Simbel, siamo tornati con l’aeromobile ad Assuan (Aswan) dove una volta scesi ci siamo recati in pullman alla diga di Assuan.

La diga è un prodotto dell’intelligenza umana che nulla ha a che fare con l’antico Egitto.

Completata nel 1971, la sua costruzione ha avuto come conseguenza la formazione del lago artificiale di Nasser.

Dai finestrini del pullman costeggiamo un lungo stradone asfaltato che domina sul lago artificiale.

verso la diga di Assuan

verso la diga di Assuan

Sulle sponde si notano scene di barche abbandonate e piccole case indipendenti sparse qui e la che catturano con prepotenza la mia attenzione.

Arrivati davanti alla centralina idroelettrica, la guida ha chiesto chi volesse scendere per una sosta di cinque minuti palesemente sperando che nessuno volesse farlo.

Nonostante i tentativi per scoraggiarci della guida ero troppo preso dall’ambiente intorno alla diga per rinunciare.

Sono stato uno dei pochi a scendere dal pullman per fare il mio solito mini servizio fotografico divertendomi stavolta anche a scattare in modalità “panorama assistito”.

Diga di Assuan

Diga di Assuan

Abbandonata la diga ci dirigiamo verso  un’altra attrazione turistica un po’ forzata: al cava di granito.

Ancora una volta la guida ci scoraggia sull’interesse che può suscitare il posto ma stavolta c’è da dargli ragione, infatti la cava non è niente di più di qualche roccia scavata come ce ne sono a migliaia per il mondo.

cimitero islamico

cimitero islamico

In sintesi, una volta arrivati col pullman a destinazione, diamo un’occhiata attraverso i vetri e alla fine tutti rinunciano alla visita.

Il tragitto percorso non mi risulta però sprecato poichè passiamo davanti a un cimitero islamico e, sempre attraverso il vetro del pullman, scatto quelle che sarebbero potute essere delle belle foto se avessi avuto la possibilità di scendere dal mezzo di trasporto e aggirarmi a “piede libero”.

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