Una leggenda metropolitana vuole che tecnicamente, il calabrone, non debba volare:
Il suo peso rapportato alla superficie alare, secondo le leggi dell’aerodinamica, glielo dovrebbe impedire.
In realtà, in questo caso più che la calabrone si fa riferimento all’ape leganiola (wikipedia).
Eppur si muove… e vola anche!
Il problema sembra dovuto all’approssimazione aerodinamica, se tutti gli elementi venissero considerati esattamente si spiegherebbe la capacità di volare del calabrone.
Infatti, in realtà, le leggi applicate al calabrone sono errate, quindi producono un risultato errato!
Semplicemente, non si possono applicare le leggi degli aeroplani per spiegare il volo del calabrone!
Questo insetto vola grazie alla turbolenza aerodinamica che provoca col suo sbattere d’ali, della turbolenza che invece non viene volutamente prodotta dagli aerei e, dunque, nei modelli semplificati che li descrivono.
Ovvero: se si applicano le leggi degli aeroplani al calabrone, lui cade – quindi non spiegateglielo.
Ma se si applicano le leggi della fisica correttamente, si spiega la sua capacità di volo.
Prima cadeva perché non si considerava una forza, inesistente o quasi nel modello che descrive gli aeroplani, che invece c’è ed ha un ruolo importante nel volo del calabrone che lo aiuta a librarsi nel cielo.
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