Mi hai preso per mano
che ero solo bambino,
e il mio gioco
tra i tuoi giochi
era già fantasia.
Le ore scorrevano
nelle notti
senza compagnia
dove c’eri tu,
con le tue pagine nere
e le mie scritte bianche…
con l’udito immaginario
delle passioni senza voce.
Di nero ora c’è la mia barba
anche lei
con qualche riga bianca,
e tu ancora lì
ad occupare in metà spazio
il doppio della mia vita.
Vent’anni e ancora qui,
tra queste parole
ieri come oggi
a ringraziare chi
regalandomi una tastiera
mi diede la password per il futuro
dove solo le grandi passioni
sanno arrivare.
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