Una perplessita’ mi perplime sul vecchio conio

La lingua italiana, questa sconosciuta! Da anni uso, convinto della sua esistenza, il termine perplime.

Ebbene NO! Perplime non è ufficialmente italiano, anche se si presenta come diffuso neologismo, al momento non è presente in alcun vocabolario della lingua italiana.

Ho intrapreso delle indagini nel web scoprendo che la nascita di questo termine è legata al comico Corrado Guzzanti che la coniò in una trasmissione dei primi anni 90.

Il termine fu usato nei dialoghi fra il personaggio Rokko Smitherson e Serena Dandini, ottenendo un discreto successo.

Perplimere (e coniugazioni) fa parte di quei casi in cui la comodità di un termine inventato (un neologismo) ne favorisce la diffusione decretandone un successo che lo porterà probabilmente all’ufficialità.

Indubbia è la carenza della ricchissima lingua italiana di un verbo che descriva in modo sintetico “sono perplesso/ sono in uno stato di perplessità” quindi ritengo benvenuto il termine e continuerò ad usarlo sperando di favorirne la diffusione.

Sulla stessa falsa riga mi viene in mente l’utilizzo, secondo me  errato, del termine “conio” da parte di Paolo Bonolis, che  in prossimità del cambio lire-euro indicava la lira come “il vecchio conio”.

Da http://www.garzantilinguistica.it, il termine conio indica :

“stampo a forma di punzone per la coniazione di monete o medaglie; l’impronta che ne risulta: moneta fior di conio, nuovissima, appena coniata”

che mi sembra ben altra cosa che la moneta o la valuta, insomma è come chiamare stampo un dolce o una forma sulla sabbia: “rende l’idea ma non dà il concetto”.

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One thought on “Una perplessita’ mi perplime sul vecchio conio

  1. Beh, io sono perplesso su “perplimere” invece. Sebbene possa risultare “comodo” per qualcuno, io non lo trovo molto corretto né piacevole da sentire.

    Una volta andai per dizionari di Latino a cercare un possibile antenato: perplectere (composto di plectere) è il verbo da cui viene, ma pare che non sia evoluto in un verbo Italiano, ma solo in un aggettivo. Volendo proprio forzare un predicato verbale azzarderei “quella cosa mi perplette”, ma non ne vale proprio la pena 🙂

    Che fosse nato da uno sfottò di Guzzanti non lo sapevo, interessante.

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