Questa insostenibile leggerezza dello scrivere

E’ un’era di social network, una piccola e radicale rivoluzione che, come spesso capita per le rivoluzioni, mischia le carte per lasciare tutto com’è.

Se è vero che l’uomo è un animale sociale bisogna ammettere che, per la maggior parte degli uomini, la società è un sistema egocentrico, basato banalmente sulla proiezione di se in un contesto complesso di simili.

Dal monitoraggio 24H della propria vita tramite l’annuario online (n.d.t. Facebook) , fino ai cinguettii di 140 caratteri dell’emergente Twitter, è evidente la rinata voglia di comunicare dopo lunghi sonni televisivi.

Fino a qualche anno fa c’era il diario segreto, il quadernetto delle poesie o il block notes dei propri pensieri, in ogni caso l’attività dello scrivere per piacere era una passione diffusa ma non universale e la maggior parte delle “opere” finivano puntualmente a prendere polvere o a perdersi in traslochi esistenziali.

In questa riemersa voglia di comunicare ci sono degli elementi che rubano alle vecchie propensioni letterali e ne aggiungono di nuove.

Filo ininterrotto nell’esposizione dei propri pensieri e delle proprie abitudini è la voglia di parlare prima di ascoltare, parlare anche in modo scontato, parlare perché anche un solo lettore vuol dire esistere ed avere importanza.

Elemento nuovo e determinante nel successo dei social network, invece, è che anche la mente più pigra può rispondere a domande del tipo “che stai facendo?” superando in partenza gli annosi scogli del “cosa e quanto scrivo?”. Pochi caratteri, magari anche scritti con personali neologismi, e si è autori di qualcosa.

Secondo elemento non trascurabile è la potenzialità di far arrivare il messaggio a tutti i propri contatti, in maniera diretta e immediata. Chi frequenta i social network avrà notato una curiosa usanza, persone che per strada neanche si saluterebbero diventano amici all’interno di questa rete virtuale.

I social network sono solo gli ultimi prodotti di questa positiva e democratica smania di scrivere, tra gli strumenti più usati  ci sono sopratttutto i forum e i blog – magari sfigatucci come questo :).

Insomma, anche se si scrive sulla sabbia  qualcuno si spera leggerà.

Come sempre, IMHO

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3 thoughts on “Questa insostenibile leggerezza dello scrivere

  1. Mentre leggevo l’articolo pensavo a come si può interpretare la frase “scrivere per piacere”.

    Scrivere per piacere personale, certo, ma forse oggi anche di più, scrivere per piacere agli altri? oppure “scrivere, per piacere!”, un appello ad usare quelle regole che nella parola scritta possiamo ignorare?

    In ogni caso questa ondata di scrittura è positiva, anche se rischia di portare le persone a scrivere come parlano, e questo non va sempre bene. 🙂

    Ciao ciao,
    Antonio

  2. Concordo pienamente, consentimi un gioco di parole:
    Piacere agli altri non è solo un modo alternativo per piacere a se stessi :)?

    Ciao ciao

  3. Eh già, la vanità si può esprimere in infiniti modi.

    Comunque, nel mio commento volevo dire “quelle regole che nella parola NON scritta possiamo ignorare”, ma si capiva ugualmente il senso.

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